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Immagine del redattoreAlice

Lontana da me, più vicina all'okara

Quattro settimane lontana da me


Il mio peggior difetto credo sia il non saper ascoltare me stessa.

Avete presente quando vi pongono una domanda, pensate la risposta, ma la scartate perchè sicuramente è quella sbagliata? Allora rispondete in modo diverso e alla fine la risposta esatta era proprio la prima che avevate in mente? Ecco, io sono così.


Poco decisa, in punta di piedi.


Oltre a non assecondare i richiami della mente, tendo a non assecondare nemmeno quelli del corpo.

Non riposo come dovrei, dimentico la maschera per il viso, lascio crescere le doppie punte come fossero radici di un albero. Azzero il volume dello stomaco, non bado alle occhiaie o al mal di schiena.


Abbandono i libri sul comodino, costruisco colonne greche di riviste di cucina a cui sono abbonata ma che "tanto leggerò poi" . Affronto le lezioni di yoga con la mente altrove, troppo lontana per trovarla.


Purtroppo (o per fortuna) quando si abbandona il proprio corpo, a lungo andare è lui a richiamare l'attenzione. E negli ultimi mesi il mio si era armato di megafono e ci ha dato dentro come non mai.


E allora ho dovuto dargli retta.


Nelle ultime quattro settimane in particolar modo ho messo in pausa l'universo, complice la clausura della zona rossa, per fare pace con la pelle (olivastra) che abito.


Ho chiesto aiuto: ad una professionista per placare i crampi allo stomaco; ai romanzi per cullare lo spirito; al podcast di Michela Murgia per avere compagnia mentre faccio colazione.


Quattro settimane senza glutine, senza lattosio, senza cibi ultra-processati.

Quattro settimane senza pizza.


Quattro settimane senza scrivere ricette, perchè non mi sentivo ispirata dagli ingredienti di cui disponevo. Senza scrivere interviste, perchè avevo bisogno di chiudermi in me stessa, nelle cose che conoscevo e che mi facevano sentire al sicuro.


Ma il segreto è stato trovare conforto anche lontana dalle abitudini e dalla quotidianità a cui sono così affezionata. Riscoprire quanto mi piace correre all'aria aperta, riscoprire la sensazione di pace che si prova alla fine di una lezione di yoga seguita con concentrazione: ispirando così profondamente da sentire concreto sollievo al momento dell'espirazione, come se si sputassero fuori tutte le fragilità del giorno.


Mi sono appassionata alla formula uno.

Ho una nuova ossessione per i quiz di cultura generale, specie se trattano di Harry Potter.


Ho scoperto che mi piace il burro d'arachidi.

E che la pasta di farro ha un sapore migliore della pasta di grano duro.

Mi sono sorpresa di quanto versatili possano essere le uova.

Di quante combinazioni di sapori e consistenze si possano creare con il tofu.


Ma soprattutto, alla lista delle «nuove» abitudini, ho aggiunto l'auto-produzione di bevanda di mandorle, due volte la settimana.


Un sapore più lontano dalla bevanda del supermercato non avrei potuto immaginarlo.

E' così autentico, pieno, vellutato. Le mandorle sprigionano un aroma delizioso appena frullate.


Aggiunta al caffè poi, crea una bevanda dolce-amara formidabile.


L'auto-produzione di bevande vegetali fatte in casa ha come "conseguenza" l'okara.


«Okara che?» ho pensato anche io la prima volta.

Si tratta della polpa che rimane dal filtraggio della bevanda: di mandorle, di soia, d'avena, eccetera.




Da "scarto" di produzione si trasforma in vera e propria risorsa, un ingrediente alla base di moltissime preparazioni dolci (e non solo).


Mi sono cimentata a testare e collaudare tre ricette, prima di condividerle con voi.

Sperando di dimostrarvi che preparare da sé una bevanda vegetale per la prima colazione non solo è poetico e gratificante: è anche intelligente, economico e soprattutto non impatta sull'ambiente.


Con la ricetta base per ottenere poco meno di 1 litro di bevanda riesco a sfruttare settimanalmente tutta l'okara prodotta. E' una nuova (buona) abitudine a cui non so più rinunciare.


Non storcete il naso. Se avete letto fin qui non vi resta che provare.

Se conoscete altre ricette a base di okara, o se vi incuriosisce testare alternative alle mandorle scrivetelo nei commenti, o contattatemi in privato. Coltiviamo questa nuova buona abitudine insieme.


Ricetta base per 750 ml di bevanda di mandorle:

- 90g di mandorle sgusciate ma con la buccia;

-750ml di acqua naturale


Procedimento:

Mettete in ammollo in acqua fresca corrente le mandorle per almeno 12 ore.

Scolatele bene e ponetele nel frullatore.

Frullatele per un minuto con 750ml di acqua naturale.


Filtrate la bevanda con l'aiuto del tessuto filtrante apposito o di un colino (come faccio io).


Versate la bevanda in una bottiglia e conservatela in frigorifero fino a tre giorni.

Consiglio di scuotere la bottiglia prima dell'utilizzo.


Tenete l'okara da parte e utilizzatela in una delle prossime ricette.




Torta al cioccolato con okara di mandorle (ricetta di Madame Gateau)

io preparo questa dose dimezzata per uno stampo quadrato:


Ingredienti:

-125 g di cioccolato fondente (quello delle uova di Pasqua è perfetto!);

-2 uova bio a temperatura ambiente;

-130 g di okara;

-50 g di zucchero di canna;

-1 cucchiaino colmo di amido di riso;

-1 cucchiaino di lievito per dolci;

-1 cucchiaino di estratto di vaniglia


Procedimento:

Accendete in forno a 160°c, a parte foderate la base e i bordi dello stampo con la carta da forno. Tritate grossolanamente il cioccolato e fondetelo a bagnomaria.

Unite lo zucchero e mescolate con la frusta manuale. Incorporate le uova una alla volta continuando a mescolare.

Aggiungete ora l’okara, l'aroma di vaniglia, l’amido di riso, il lievito e mescolate con la frusta fino ad ottenere un composto omogeneo. Versate il tutto nello stampo, infornate e fate cuocere per 35 minuti in modalità statica.


Granola con okara di mandorle (ricetta di Beauty Food Blog - personalizzata)

(dose per una trentina di porzioni da 30g)


Ingredienti:

-300 g fiocchi di avena bio;

-200 g okara di mandorle;

-60g di semi misti (semi di lino, semi di chia, semi di zucca, semi di girasole...);

-120g di sciroppo d’acero;

-50 g olio di semi di girasole estratto a freddo;

-40 g olio di cocco bio;

-2 cucchiai di burro d'arachidi;

-un cucchiaino di cannella;

-scaglie di cioccolato fondente 72%


Procedimento:

Pre-riscaldate il forno a 180°C.

In un pentolino scaldate lo sciroppo d'aceto, l'olio di semi, l'olio di cocco e il burro d'arachidi fino ad amalgamarli.


A parte pesate insieme i fiocchi d'avena, l'okara, il mix di semi e la cannella (o la spezia che preferite).


Versate i liquidi nella ciotola degli ingredienti secchi e mescolate.


Disponete sulla teglia rivestita di carta forno, creando uno strato uniforme aiutandovi con un cucchiaio.


Cuocete per 30 minuti, mescolando con un cucchiaio a metà cottura.


Lasciate raffreddare. A piacere aggiungete del cioccolato fondente tagliato in scaglie, mescolate e ponete la granola in dei barattoli a chiusura ermetica. Si conservano per una settimana.


(Personalmente è rimasta croccante e saporita anche dopo due settimane).


Servitela con la vostra bevanda vegetale calda, o fredda, o con dello yogurt bianco e frutta fresca.

E' deliziosa anche da sola, come spuntino.


Biscotti con okara di mandorle senza glutine:

(dosi per una teglia da 25 biscotti)


Ingredienti:

-150 g di farina di riso;

-1 cucchiaio di farina di cocco;

-1 cucchiaino di bicarbonato;

-50g di zucchero di canna grezzo;

-100g di okara di mandorle;

-80g di latte di cocco;

-30g di olio di semi di girasole spremuto a freddo;

-6 quadratini di cioccolato fondente (circa 25g);


Procedimento:

In una ciotola capiente pesate insieme gli ingredienti secchi.

Potete sostituire la farina di riso con farina di grano saraceno o la farina senza glutine che preferite.

Nei biscotti trovo che quella di riso sia più delicata.


Aggiungete l'okara, mescolate, e infine i liquidi, mescolando con un cucchiaio.


Tritate il cioccolato grossolanamente e aggiungetelo all'impasto.


Con un cucchiaio dosatore per gelato, o con le mani inumidite formate delle palline di impasto distanziate tra loro.


Abbassate la temperatura del forno e cuocete a 170°C per 20 minuti.




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