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Episodio 21: Stefania, la star del senza glutine



Tre o quattro anni fa, mi trovavo a Palermo, ospite dei miei parenti.

Una sera mi hanno portata alla scoperta del "Mercato San Lorenzo": un insieme di botteghe di prodotti tipici locali di eccellenza, sia freschi che confezionati, angoli di ristoro, gelaterie artigianali, un'area lettura e un chiosco meraviglioso dove è possibile sedersi a consumare.


Quella sera si svolgeva una degustazione di pizza artigianale a lunga lievitazione.

Cinque differenti stand infornavano sul momento panetti dal profumo invitante, le condivano come Margherita comanda e ne servivano uno spicchio ciascuno.

Cinque stand, cinque pizze Margherite differenti, innaffiata da birre siciliane che rinfrescavano l'afa estiva.


Ad un certo punto un microfono si accese e uno degli organizzatori inizio ad intervistare Stefania Olivieri, alias

"Stefania Forno Star". Non ci potevo credere: una food blogger che seguivo da anni, complici le origini siciliane che ci univano, era proprio lì di fronte a me.


Mi sono fatta avanti e abbiamo scambiato quattro chiacchiere molto piacevoli e mi ha suggerito di degustare la pizza senza glutine dello stand numero 4 (che era sorprendente).


Di quella sera ho un bellissimo ricordo (oltre che l'acquolina al solo pensiero), anche per merito dell'incontro con Stefania. La sua gentilezza, la sua spontaneità: era davvero come si mostrava sui social. Era autentica.


Ecco perchè è una gioia averla come ospite di questo ventunesimo episodio della rubrica "Mi presteresti la voce?". Perchè dopo aver sentito anche dal vivo il suono della sua voce, non potevo che chiederle di usarla per raccontarsi e raccontarci il suo mondo colorato, senza glutine, e profondamente radicato alla sua terra.



1.Buongiorno Stefania, innanzitutto ti ringrazio per aver accettato il mio invito.

Ti definisci “testimonial dell'orgoglio celiaco”: quando hai scoperto di essere celiaca? E com'è cambiato il tuo approccio alla cucina, al punto da inaugurare un blog?

In realtà il blog è nato per caso. Dopo qualche anno di insuccessi nel trasformare ricette piene di glutine in senza glutine, trovai finalmente una ricetta in uno dei rari blog gluten free del tempo, che era venuta perfetta.

Per ringraziare l'autrice, ho dovuto aprire un account. Così l’indomani ho sperimentato una ricetta mia, con i suoi suggerimenti, ed è venuta proprio come l'originale che ricordavo. Spinta dalla mancanza nell’etere di ricette adatte ai celiaci, ho voluto mettere a disposizione di tutti questa scoperta, sperando di aiutare qualcuno… e sono entrata nella spirale. Capisco che è non è una motivazione romantica, ma questa è.


2.Hai scritto due libri “metti un celiaco a cena” e il più recente “gluten free per tutti”. Quale processo ti ha portata a pubblicare le tue ricette non più solo in rete, ma su carta? Trovi che oggi sia più difficile vendere un ricettario, dato che il fenomeno del food blogging ormai offre una “biblioteca” praticamente infinita? Quando ho pubblicato il mio primo libro, non era così diffuso il fenomeno del blogging.

C’erano tante persone, come ad esempio mia mamma, che non cercavano le ricette su internet.

Ecco, io volevo arrivare a quelle persone.

Il primo libro, infatti è un libro di ricette naturalmente senza glutine rivolto a tutti e non solo ai celiaci, ma anzi quasi uno stimolo a cucinare senza glutine in ogni caso.

Un’idea del tutto rivoluzionaria in un’epoca in cui non era in voga mangiare senza glutine, e anzi, noi celiaci eravamo “ghettizzati”, con il mangiare portato da casa perchè fuori non c'erano opzioni per noi.

Il secondo è un libro corale, fatto da tutti i membri di una associazione che abbiamo creato partendo da un gruppo di blogger che scrivevano ricette senza glutine, alcune delle quali “celiache” solo di elezione per amicizia. Questo secondo è più dedicato ai celiaci, anche se le mie ricette sono rivolte a tutti quanti.

3.Cassate, iris, granite, arancine, pan d'arancio … sono solo alcuni dei piatti tipici della Sicilia che hai riproposto sui tuoi canali. Quanto è importante la tradizione culinaria della tua terra per te?

In una società sempre di corsa, sempre più distante dai fornelli e sempre più vicina al cibo già pronto che spesso è frutto di altre culture (sushi, hamburger, fusion, messicano, solo per citarne alcuni), pensi che ci sia stato un distacco dalla tradizione gastronomica regionale italiana?

In realtà mi sono avvicinata di recente alla mia cucina regionale.

Mi mancava da morire, ma era anche la più difficile da riprodurre senza glutine. In più, io sono una curiosa di natura, e mi è sempre piaciuto sperimentare altre cucine.

Assaggio tutto e provo a replicarlo per quanto possibile, indole molto poco siciliana (noi siamo convinti di avere la cucina migliore del mondo).

Ultimamente però mi sono dedicata di più alla cucina della mia terra, perché sono riuscita ad avvicinare i miei risultati alle ricette originali, anche per andare incontro al mio terzo figlio, anch'esso celiaco.



4.Dimmi tre ingredienti fondamentali della tua cucina (e ti dirò chi sei...)

Ricotta (di pecora), e già tradisco le mie origini, zucchero (adoro mangiare i dolci), riso (che mi ha salvato la vita in tante situazioni).


Sono tre ingredienti che non mancano mai anche da me.

La ricotta di pecora, dal sapore deciso, mi fa che anche la tua personalità sia così e che lasci una tua impronta marcata ovunque tu vada.

Il tuo amore per i dolci forse ti lega alla tradizione dolciaria della Sicilia, vasta, ricca e ...davvero zuccherata. E mi ricorda il sorriso che mi hai rivolto al nostro incontro.

Il riso è uno tra gli ingredienti più consumati al mondo, e trovo che averlo in dispensa sia sempre utile. Può trasformarsi in un primo piatto, in un ripieno di involtini, in una torta ...in un'arancina! Descrive la tua creatività.

5.Una delle caratteristiche che amo dei tuoi contenuti è il tono ironico.

Ad esempio sul tuo blog hai una categoria di ricette “maiala effige: ricette semplici ma di effetto” , e poi c'è la tua “DAD” dove racconti e prepari piatti davvero alla portata di tutti. Pensi che questo tuo approccio abbia aiutato la community celiaca a sentirsi meno “persa” e preoccupata da quello che per molti è un vero e proprio motivo di disagio?

Mi piace che si apprezzi la mia ironia. A volte penso che sia fine a “me” stessa e che nessuno sia interessato alle mie farneticazioni. Perfino nel mio primo libro ogni ricetta è preceduta da una storia più o meno ironica e, confesso, che mi ha fatto un gran piacere sapere che alcune persone l’hanno comprato solo per questo.

A me, personalmente, ha aiutato tantissimo. Soprattutto quando mi sentivo dire: “poverina, sei celiaca”, non era affatto piacevole.

Così come non volevo si minimizzasse la mia malattia: volevo che le si desse il giusto peso.


6.Della celiachia hai fatto un punto di forza.

Questa capacità resiliente è quanto mai necessaria in questo preciso momento storico.

Da insegnante, da madre, da food blogger, come hai affrontato quest'anno di pandemia? Quale lezione hai appreso e vorresti trasmettere ai tuoi studenti, ai tuoi figli, a chi ti segue in rete?

Ho capito ancora di più il valore della vita di tutti i giorni: della signora che mi aiuta con le faccende in casa, della fortuna di avere un lavoro non precario, e la mia capacità di adattamento che mi ha catapultato nella dimensione del tutto allucinante della DAD, che non è didattica, ma tutta un’altra storia.

Spero di non aver ucciso nessuno dei miei studenti di DAD, quanto meno non volontariamente…


Grazie di vero cuore Stefania.

Spero di incontrarti ancora nella nostra terra, o altrove.




Photo Credit: Stefania Olivieri

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