Non sono una persona taciturna, ormai lo avrete capito.
Ma se c'è qualcosa su cui ho taciuto, nell'ultimo anno, è lo sconforto nella quale mi sono incastrata a causa della perdita del lavoro in pasticceria.
Come fossi rimasta impigliata in un gomitolo di lana, o nella porta d'ingresso.
Dopo gli studi ad ALMA quel sogno era più vicino, potevo toccarlo con mano finalmente.
Il primo laboratorio, poi il secondo, e il cuore nel petto mi confermava che ero nel posto giusto per la prima volta in vita mia. Poi però la pandemia si è portata via anche questo.
Dopo mesi di disoccupazione mi sono aggrappata ad un altro lavoro, onesto, dignitoso, tranquillo, che mi permettesse di andare avanti.
Lontano dalla farina che nevica sulla divisa, dai gusci d'uovo aperti con i guanti, dai litri di crema pasticcera e dai panetti di burro da 10kg. Lontano da un mestiere che era molto più di un mestiere.
Sono rimasta incastrata sulla porta d'ingresso, ma intravedo ancora qualcosa di straordinario oltre quella porta. E' solo in sospeso, a causa di qualcosa di più grande di me. Ha cambiato forma, colore forse, ma lo vedo ancora lì e prima o poi spero di riuscire a ritrovarlo ancora.
In questo periodo, ad un anno dall'inizio della disoccupazione, avevo bisogno di sentire non solo il profumo, il sapore e il calore di quel mondo. Ne cercavo il suono.
E grazie a Jessica Leone, alias "La ciliegina sulla torta" l'ho sentito forte e chiaro ancora una volta.
Tra le pagine del suo libro, indispensabile da avere sulle mensole in cucina, e le immagini del suo blog, Jessica riesce a raccontare come pochi altri le meraviglie della pasticceria, tradizionale e moderna.
Spero che la sua voce catturi anche la vostra attenzione.
1.Buongiorno Jessica.
Prima di iniziare voglio ringraziarti per aver accettato il mio invito.
Sul tuo blog racconti che tua passione per la pasticceria è nata tra le rues di Parigi. Ti andrebbe di portarmi indietro a quel momento? Ricordi com'è nata questa scintilla?
Ciao Alice, grazie per avermi ospitato in questo episodio. Esattamente, l’amore per “l’haute pâtisserie” è nato proprio a Parigi, insieme alla mia tesi di laurea. Tra il 2004 e il 2005 ci ho vissuto diversi mesi, ma erano più i giorni che passavo chiusa nei laboratori di analisi chimico-fisiche del C2RMF (Centro di ricerca e restauro dei musei di Francia, nda) di quelli in cui potevo realmente vivere quella città incredibile, con le sue stupefacenti pasticcerie. Nonostante questo, sono tornata in Italia con la voglia di imparare a riprodurre tutte quelle meraviglie e questo è stato in effetti l’inizio di tutto.
2.Cosa ti ha spinta ad inaugurare il blog, nel 2007?
Trovi che rispetto ad allora siano cambiati i “food blog”? Trovi che siano evoluti in senso positivo o che la crescita esponenziale gli abbia fatto perdere un po' di magia?
Molti ricorderanno che prima dei blog esistevano i forum. Inizialmente, come molti altri blogger, ero presente su alcuni forum e condividevo i miei risultati all’interno di discussioni a tema.
Il passaggio al blog, quell’anno, è stato quasi naturale. L’esigenza di archiviare tutte le mie ricette e relative foto in un unico diario virtuale mi ha spinto anche a condividerle.
Negli anni a mio avviso si è davvero un po’ persa la magia e penso che oggi il blog, come mezzo di comunicazione e condivisione, sia diventato del tutto obsoleto.
Oggi è tutto più rapido ma anche tremendamente effimero.
Personalmente sto cercando un modo alternativo per condividere le ricette con chi mi segue ed è realmente interessato al mio lavoro. Da circa un mese ho iniziato ad utilizzare la newsletter e i riscontri sono stati davvero molto positivi; questo mi rende molto felice e mi invoglia a continuare.
3. “La ciliegina sulla torta” nel 2012 da vita ad un volume di pasticceria, e apprezzatissimo dai lettori.
Com'è nata l'idea di pubblicare questo libro?
“In questo libro accuratezza e fantasia formano un impasto perfettamente lievitato”, così lo ha elogiato Luca Montersino nella prefazione. Ti prego, raccontami di questo contributo del maestro.
Parliamo davvero di un’altra epoca! L’idea del libro è nata da una proposta fatta dall’editore, come spesso accade. La prefazione di Montersino è arrivata per puro caso e direi anche per fortuna. Il suo contributo era totalmente imprevisto: è semplicemente successo che il maestro si trovasse nel posto giusto al momento giusto e, dopo aver sfogliato una bozza del libro, abbia accettato di scriverne la prefazione.
4.Dimmi tre ingredienti fondamentali della tua cucina (e ti dirò chi sei...)
Solamente tre?
Il burro prima di tutto. Non mi sento a mio agio se in frigo non ho un buon burro, meglio se francese.
Farine di ogni genere, non sono mai abbastanza. In cucina e in pasticceria le farine sono alla base di tutto o quasi. Infine le uova, solamente biologiche, altra base fondamentale con cui è veramente possibile preparare un’infinità di piatti dolci e salati.
Da studente di pasticceria non posso che comprendere.
Questi tre "semplici" ingredienti assieme generano infinite possibilità.
La tua attenzione verso la provenienza e la qualità della materia prima sono lodevoli, e mi fanno sorridere nell'immaginarti davanti ad uno scaffale del supermercato, a scegliere con cura quasi maniacale, il burro francese per la tua prossima torta paradiso.
In pasticceria la qualità dei prodotti è fondamentale per ottenere un buon risultato, così come la qualità dei rapporti umani è fondamentale per una vita più felice.
5.Oltre a crostate, torte soffici e cookies, condividi parecchi prodotti lievitati: brioches intrecciate, forme di pane e pizza. Quali aspetti ti affascinano delle lunghe lievitazioni? Quando ti sei avvicinata a questo mondo?
Sono sempre stata molto affascinata e anche portata per i lievitati, forse anche perché fin da bambina ho visto mamma, nonne e zie alle prese con impasti che richiedevano un lungo riposo. Le mie nonne già sessant'anni fa preparavano il pane a lievitazione naturale, pizze in teglia, brioches e focacce dolci che cuocevano rigorosamente nel forno a legna. Ho inconsapevolmente appreso i gesti già da bambina. Dopo il liceo ho iniziato ad appassionarmi realmente e a studiare.
6.Ad ormai un anno dall'inizio della pandemia, come ti senti?
In che modo è cambiata la tua quotidianità, e quale insegnamento ne hai tratto?
Cosa ti auguri per i mesi avvenire?
Mi sento stanca, come tutti, ma anche piena di speranza. Vorrei semplicemente poter rivedere le altre persone e “banalmente” ritornare alla normalità.
Poter prenotare una cena o entrare in un museo mi sembrano ormai possibilità del tutto straordinarie.
Ho sicuramente imparato ad apprezzare di più ciò che fino ad un anno fa era parte della quotidianità e a dedicare del tempo a semplici attività che avrei forse procrastinato, come il cucito o imparare a fare un pane a lievitazione naturale soddisfacente e una pizza napoletana come si deve.
Grazie ancora Jessica per avermi prestato la tua voce, ha un suono meraviglioso.
Photo credits: Jessica Leone
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